Nella giornata odierna l'azienda Baker Hughes ha comunicato al Presidente della Regione Calabria la volontà di rinunciare all'investimento di 60 milioni previsto nel Porto di Corigliano Rossano.
Abbiamo sempre sostenuto, unitamente alle federazioni di categoria, la bontà dell'investimento per le sue ricadute occupazionali, circa 200 posti di lavori, per l'indotto che sarebbe stato generato e per le competenze che sarebbero state trasferite sul territorio.
I nostri appelli rivolti all'amministrazione comunale e al Sindaco sono caduti nel vuoto. Il Consiglio Comunale non ha trovato il tempo di discutere di un argomento così importante, anche dopo una conferenza dei capigruppo aperta alle forze sociali, nella quale come CGIL CISL UIL abbiamo spiegato le ragioni del nostro si all'investimento. Un'occasione persa per il territorio. Hanno vinto le associazioni senza associati, i Presidenti del nulla. Hanno vinto le sindromi di nimby e nimto. Non nel mio giardino, non nel mio mandato elettorale. Ha vinto il nostro autolesionismo. Un investimento pienamente compatibile con le altre vocazioni della struttura portuale: pesca, commercio, diporto.
Noi lo ripetiamo, affidare il nostro futuro soltanto alle sorti magnifiche e progressive di agricoltura e pesca, settori pur importanti, è un errore strategico. L'investimento era ed è pienamente compatibile con queste vocazioni. Se ci fosse un solo spiraglio di riaprire la partita, tutti, nessuno escluso, dovrebbero coglierlo; il nostro è un appello accorato a tutte le Istituzioni che richiamiamo al senso di responsabilità nell’interesse di una comunità che ha fame di lavoro dignitoso.
In attesa di decine e decine di navi da crociera, che sono lì, alla rada, e che aspettano solo di entrare nel Porto.