Continua il silenzio sulla sorte lavorativa di sei dipendenti della RSA San Carlo Borromeo di Panettieri.
Ad oggi già sei lavoratori, in seguito alla nuova gara e alla successiva aggiudicazione del servizio, sono fuori dalla struttura sanitaria senza che vi fosse una reale esigenza aziendale.
I sei lavoratori, infatti, non erano in una situazione di esubero, tant’è che per sopperire il vuoto in organico creato dalla loro mancata riconferma la nuova società ha assunto altro personale.
Dopo i tanti tavoli istituzionali e le tante promesse fatte sul mantenimento totale dei livelli occupazionali, ad oggi riscontriamo l’uscita dal mercato del lavoro di sei persone. Ci appelliamo nuovamente agli interlocutori istituzionali che avevano garantito quell’impegno.
Per la CISL bisogna passare dalle parole ai fatti: chiediamo al Sindaco, in qualità di garante dell’appalto, di non dimenticare questi lavoratori com’è successo fino ad oggi, di far rispettare i diritti di queste persone che negli ultimi quindici anni hanno lavorato senza soluzione di continuità prima per SE.G.I. Srl e successivamente per conto dell’Asp; chiediamo che la società che oggi ha in gestione il servizio - IGRECO – le assuma.
Purtroppo sappiamo che, nel frattempo, i sei lavoratori sono stati sostituiti con altri e che almeno una tra questi, per come ci riferiscono, sia, guarda caso, in rapporto di strettissima parentela con il Sindaco. A tutto dovrebbe esserci un limite. Il Sindaco faccia chiarezza e smentisca.
Inoltre, l’Organizzazione Sindacale sollecita il gruppo IGRECO a richiamare in servizio i sei ex dipendenti e ad applicare nei loro confronti le clausole di salvaguardia.
Il Primo Cittadino di Panettieri agisca con concretezza e celerità nei confronti di questi sei lavoratori suoi concittadini che per anni, con spirito di abnegazione e continuità, hanno garantito il funzionamento della struttura sanitaria presente nel suo Comune. Nel contempo, rinnoviamo la richiesta avanzata al Commissario Cotticelli affinché risolva la vertenza, convocando le organizzazioni sindacali, la proprietà e l’amministrazione comunale al fine di tutelare i sei lavoratori estromessi dalla struttura perché non si possono cancellare decenni di lavoro con un colpo di mano, nel silenzio e nell’indifferenza di chi dovrebbe avere a cuore il bene della propria collettività e non già interessi personali