COMUNICATO STAMPA 04.12.2021
La nascita di Corigliano-Rossano è figlia di una reazione profonda a decenni di occasione perse. Una reazione che sta perdendo vigore fra egoismi, pandemia e difficoltà amministrative. Serve trasformare in punti di forza le opportunità: 35 km di litorale, Rimini e Riccione insieme si fermano a 27 km; 346 kmq di estensione, primo comune calabrese, 29° Comune italiano. Un territorio enorme, che pone problemi di gestione, insieme a tante opportunità. Sul versante del turismo e della ricettività, Corigliano-Rossano è insieme a Cassano allo Ionio il primo comune calabrese per posti letto, ma il livello di occupazione dei posti letto è la metà di quello di Pizzo. Sul versante dell’agricoltura, un lavoro importante in questi anni, ma la produzione agrumicola è schiacciata da una distribuzione organizzata e non che troppo spesso impone prezzi ridicoli. C’è una vocazione agricola e turistica della città, ma servono passi in avanti. Sull’economia circolare, realizzando dall’eco-distretto finanziato. Sul Porto per realizzare il progetto del terminal crocieristico, rendere operative le strutture per l’alaggio e varo e la cantieristica di servizio, rilanciare la funzione commerciale, partendo da uno studio sulle possibilità concretamente esplorabili sulla logistica agro alimentare. Sulla ZES perché non resti una semplice suggestione. Sulla centrale Enel. Dopo il fallimento di Futur E , oltre al danno non ci sia la beffa. Si apra una interlocuzione con tutti gli attori istituzionali. La mancata partecipazione al Bando sugli ecosistemi dell’innovazione insieme ad UNICAL è stata una brutta notizia. Serve realizzare su quell’area un centro di servizi per il territorio, di ricerca, produzione green ed un museo dell’Energia. Quello che serve ora è sbloccare gli investimenti stanziati per la città, con gare da bandire e cantieri da aprire, dalla rete idrica, alla depurazione. Per dare speranza. E poi ci sono 45 milioni di buoni motivi per continuare a credere nella fusione. I 45 milioni del Bando Pinqua, per risolvere storiche criticità di Schiavonea e di alcuni quartieri dei due centri storici. Un finanziamento possibile solo ora, con la fusione, perché rivolto ai comuni di dimensioni maggiori. Servono scelte che guardino al futuro anche per le infrastrutture. Il tracciato della S.S.106 proposto da ANAS in questi mesi presenta troppe criticità e dimentica una visione di territorio. Quello che non serve alla città è il rancore, la divisione. Quello che serve sono le energie e le competenze che questa città esprime ai diversi livelli. Quello che serve è un Piano strategico per la Città, da terza città della Calabria e da sedicesima città del Sud, un Patto fra forze sociali, produttive ed Istituzioni. Quello che serve è una opera simbolo: un lungomare unico per unirci in un abbraccio. E PNRR e CIS in corso di programmazione possono rappresentare opportunità. E magari diamo alla città uno Statuto, dopo troppe attese, per guardare al futuro.